Ashley Kristen - Mistery man 04 - 2012 - Non dirmi di andare via by Ashley Kristen

autore:Ashley Kristen [Ashley Kristen]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, Romance, Contemporary
ISBN: 9788822705341
Google: CcxEDgAAQBAJ
Amazon: B06XFQ3BZ1
editore: Newton Compton Editori
pubblicato: 2017-04-05T22:00:00+00:00

Capitolo 20

Arancione intenso

«Perché tutta questa fretta?», chiesi, correndo nel parcheggio per tenere il passo.

«Perché tu mi hai detto del vestito e delle scarpe, piccola. Ma non mi avevi detto del trucco e dei capelli. Quindi, ora che ti ho guardata per bene, specialmente i capelli, voglio fare questa chiacchierata il più in fretta possibile, così dopo posso scoparti finché non la smetti di respirare».

A quella risposta, smisi di respirare all’istante.

Circa un nanosecondo dopo raggiungemmo la sua moto.

Allora smisi di immaginarmi Tack che mi scopava finché non avessi smesso di respirare e fissai la sua Harley, barcollando ubriaca.

«Non posso salire su quella cosa», lo informai mentre lui montava in sella.

«Sali», ordinò. Armeggiò per far partire la moto e i miei occhi andarono dalla sua fantastica Harley Dyna Glide a lui.

«Come faccio?».

I suoi occhi si puntarono su di me. «Come fai sempre».

«Tack!», sbottai, poi dovetti concentrarmi per articolare: «Ho la minigonna».

«Allora?»

«Allora?», chiesi di rimando. «Sarà una cosa indecente».

«Non per me».

«Tack…».

«Sali».

«Tack!».

Lui si chinò verso di me. «Piccola, sai che in pratica tutto quello che fai me lo fa venire duro. Ora sei ubriaca, indossi quel vestitino sexy, quelle scarpe e hai quei bellissimi capelli, e soltanto guardarti è un bel macello per me. Dobbiamo arrivare a casa. In fretta. Sali… cazzo».

Lo fissai pensando: Che bello.

Così salii su.

Sebbene fossi molto più che alticcia e traballante, e quella non fosse di certo la cavalcatura più aggraziata del mondo, non fu complicato come pensavo. Fortunatamente non c’era nessuno intorno, così se mi si fossero viste le parti basse non ci sarebbe stato nessuno a testimoniare.

Nell’istante in cui le mie mani si strinsero intorno alla vita di Tack, la moto ruggì e noi sfrecciammo fuori dal parcheggio. Io mi tenni forte e mi godetti l’aria tiepida della notte, la brezza rinfrescante, la sensazione del mio corpo morbido stretto contro quello solido di Tack, e mi sembrò di arrivare a casa in un baleno.

Fu un vero peccato, durante il tragitto avevo pensato che avrei potuto viaggiare stretta a Tack per anni.

Scendemmo, Tack mi prese la mano e ci incamminammo. Dato che non mi lasciava andare, lo seguii mettendo con attenzione un piede davanti all’altro. Davanti alla porta d’ingresso, Tack mi requisì le chiavi e mi fece entrare. Una volta dentro, immediatamente lanciai la borsetta sul divano e mi voltai verso di lui. Stava ancora chiudendo la porta e quando si girò gli afferrai la maglia e cominciai a camminare all’indietro, trascinandolo con me.

«Non dovevamo parlare?», chiese, e le mie mani gli strattonarono la maglia così energicamente che fu costretto a sollevare le braccia in aria così che potessi togliergliela.

La gettai da una parte e con le dita mi agganciai alla sua cintura, tirandolo mentre riprendevo a camminare all’indietro.

Fu allora che, stupidamente, andando contro il saggio consiglio di Elvira, avviai la nostra importante folle conversazione.

«Possiamo fare più cose contemporaneamente, e anche se il risultato della nostra conversazione potrebbe voler dire che abbiamo chiuso o che voglio te e solo te, e che dovrò rinunciare a una parte del sogno

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